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Ditë e re Le più belle canzoni italo-albanesi

Recupero folklore

Recupero Folklore Musicale e tradizioni nell'area Italo-Albanese

Dance show

Lo show racconta la storia dell’Arbëresh dalla Diaspora all’emigrazione nelle Americhe, fino ai giorni nostri.

Dance Show

Presentazione

"Arbëreshë nel mondo" - "Jemi Arbëreshë" Viaggio tra cultura e storia
Gjaku jonë i shprishur (sottotitolo)

Lo show racconta la storia dell’Arbëresh (L’Italo-albanese) dalla Diaspora (Fine secolo XV), all’Emigrazione nelle Americhe (inizio secolo XIX), fino ai giorni nostri.

E’ un viaggio tra cultura e storia rappresentato attraverso la musica, il canto e la danza.
L’Arbëresh, a seguito dell’invasione turca (Secolo XV), è costretto ad abbandonare la propria patria, l’Albania, per rifugiarsi in Italia, ove viene accolto ed aiutato.
L’Arbëresh si insedia quindi nell’Italia meridionale, soprattutto ed in particolare nella Calabria cosentina), in Sicilia, in Puglia, Lucania, Campania ed anche nel Molise, dove stabilisce rapporti di collaborazione e di amicizia con le popolazioni locali, pur mantenendo integra la propria identità etnica.

Incomincia per l’Arbëresh un graduale processo di integrazione che, al giorno d’oggi, dopo cinquecento anni dalla Diaspora, lo vede completamente inserito nel tessuto sociale italiano, pur sempre nella sua duplice appartenenza “italo-albanese”, testimoniata dalla conservazione della lingua arbëresh (che ancora parla correntemente), del canto (I “Vjersh”), della danza (Le “Vallje”) e della propria storia (Skanderbeg, eroe e strenuo condottiero, nella lotta contro i Turchi).

Anche l’Arbëresh, nel secolo XIX, in Italia soffre la crisi del lavoro: da Esule in terra straniera diventa Emigrante.
Migliaia di Arbëresh partono per le Americhe (Nord-Sud e Centro), per la Germania e Svizzera (Anni 1960) ed ivi si stabilizzano migliorando le proprie condizioni di vita e di lavoro.
Anche in questa terza patria gli Arbëresh rinsaldano e fortemente conservano i propri legami di appartenenza etnica (Gjaku Jonë i shprisht: Il nostro sangue sparso) senza recidere i legami con la terra italiana dove hanno lasciato amici e parenti, con cui si tengono in costante contatto, anche attraverso elargizioni familiari che contribuiscono a migliorare la condizione di chi è rimasto in Italia.

Molti di questi Emigrati, conseguita la pensione all’estero dopo anni di duro lavoro, hanno fatto ritorno nei piccoli borghi italo-albanesi di appartenenza, per consumare tra i propri cari ed amici d’infanzia i giorni della vecchiaia.
Lo Show “JEMI ARBËRESHË!” diventa la testimonianza vivente di questa significativa “Minoranza Etnica” che, fiera della propria identità d’origine, è l’esempio più evidente di completa integrazione con la popolazione italiana, di cui condivide ormai principi e caratteri.

Lo show

"Jemi Arbëreshë"
Gjaku jonë i shprishur (sottotitolo) Viaggio tra cultura e storia

Intro musicale:

Dal Thema “la morte di Skanderbeg”

Voce fuori campo:

I Turchi, nella metà del secolo XV invadono i Balcani!
Skanderbeg, valoroso condottiero, difende strenuamente l’indipendenza albanese contro l’invasione ottomana.

(Segue intro musica come sopra)



Ma la forza militare prevale sul valore: i Turchi hanno vinto e gli Albanesi devono abbandonare la loro patria!
Oggi, gli Arbëresh, fieri della propria identità etnica e culturale, vivono ancora in Italia e cantano così:
I Terna:
1) KAM KËNDOMI MOJ KOPILE.
“Cantiamo… Adesso è il nostro tempo, perché siamo come fiori che stanno sbocciando. Tutto il mondo è con noi!”

2) DITË E RE.
“Vola il caro tempo…ma la speranza nutre sempre il nostro cuore. E’ nato un nuovo giorno! Godiamoci la vita, perché pensar troppo e come vedere un mare in tempesta.”

3) VALLE, VALLE.
Quando l’amore regna incontrastato tra due cuori innamorati, può la donna di origine arbëreshe sposare un uomo straniero?

E’ suonata tre volte la campana: la fanciulla si è sposata! Danziamo, è festa.

4) TRIHIMIZU ARBERI’(La daispora).
Correva l’anno 1468. Skarderbeg muore improvvisamente… Sarà la fine?
Scuotiti Arberia!
Quando un popolo perde la sua guida, il rammarico e la tristezza si annidano nella mente, ma ecco che il seme di una nuova speranza si accende: Skanderbeg è morto, ma vive ancora tra noi!

5) E BUKURA MORE’.
Gli Arbëresh, esuli in terra straniera, ricordano con nostalgia la loro patria: “O mia bella Terra di Morea - tu che conservi le spoglie dei nostri cari, caduti in guerra - da quando ti ho lasciata non ti ho più rivista.

Il THEMA CENTRALE: L’AMORE

…Il mondo va avanti.
Passa il tempo ed il ricordo del passato diventa poesia.
L’Amore, sentimento predominante in ogni età, avvince i pensieri: la Donna è padrona del cuore.

6) FALLUVET.
Tu sei bella. Con una lancia mi hai trafitto il cuore. Ti devo possedere, a qualsiasi costo!

7) PLLUMBTHI.
Tenera colomba rapita dal vento…il passerotto ha trovato rifugio in un nido d’amore.
Noi, come due uccellini innamorati, ci nutriremo in uno stesso chicco di grano.

8) MOJ TI PULËZA.
La fanciulla cerca un fidanzato:
Prendi me che son la più bella,
Prendi me che son carina.

DALLA DIASPORA ALL’EMIGRAZIONE:

Ma l’uomo, nel corso della sua vita, quando non ha un lavoro, deve cercarlo anche in terra straniera.
L’Arbëresh, da esule, diventa Emigrante.
Ma le nuove esperienze non hanno cancellato le sue origini:
…In America del Nord deve imparare a parlare inglese!!!

“THAT' S AMORE”

…Tarantella? Andiamo con la Tarantella:
Stasera ci vogliamo divertire !!!

a) STASIRA NI VULIMU DIVERTIRI

E a Roma come si divertono?

b) SORA MENICA
c) NANNI’ (Na gita a li castelli)

“THAT' S AMORE”

…En Napoli
A Napoli, città di poesia e di allegria, si esprimono così:
d) LUNA ROSSA
e) COMME FACETTE MAMMETA

Ma l’Arbëresh arriva anche nell’America del Sud e conoscerà… il Tango!

9) TI VASHULLIQE
O ragazzetta,
Tu mi piaci, io ti prenderò anche senza dote.
Lascia tua madre e scappa con me!
Ma Napoli è la città del sentimento d’amore:
f) ME CHIAMME AMORE
g) A CITTÀ DE PULECENELLA

Salutiamo adesso Roma con:
e) ARRIVEDERCI ROMA
e Napoli con:
f) VOCE E NOTTE

E’ tempo del “napoletan - arbëresh”
CHELLA LA - AJO’ KTIE’

La storia è alla fine.
L’Arbëresh vi ringrazia e vi saluta!

FINALE

Rofshit sa buka e vera! KA MALI MU KALLAR

FINALISSIMA

Fiori, Fiori.
E’ tempo d’amore e di fratellanza.
L’amicizia tra i popoli sarà il seme del progresso mondiale.

10) LULE, LULE